giovedì 23 ottobre 2014

E SE IO RESTO A CASA :-) Leopolda 2014, i due Pd: ecco chi sta con Matteo Renzi e chi in piazza con i sindacati

Per raggiungere la stazione (Leopolda) l’unico ostacolo è lo sciopero dei treni. Oltre duecento sono le adesioni dei parlamentari ansiosi di andare a quella che, nei capannelli del Transatlantico, chiamano “l’incoronazione di Carlo Magno”, la prima Leopolda di governo. Capannello nel corridoio dei passi perduti: “Se dobbiamo stare qui fino alle cinque per la fiducia sullo sbocca Italia, visto lo sciopero dobbiamo organizzarci con le macchine”. Problema che non riguarda i ministri. Dopo quattro Leopolde di “rottamazione” la prima Leopolda di governo occupa l’agenda di Marianna MadiaDario FranceschiniRoberta PinottiGiuliano Poletti. Assente giustificato Pier Carlo Paodan, impegnato a Capri al convegno dei giovani industriali. E chissà se alla fine farà un salto il guardasigilli Andrea Orlando, che al momento ha altri impegni. Di certo ci saranno parecchi deputati della sua corrente, i giovani turchi, ex dalemiani ormai nell’orbita del renzismo. Tranne Matteo Orfini, che si è tolto dall'imbarazzo diplomatico, volando a Pechino per un incontro con i comunisti cinesi assieme a Enzo Amendola, responsabile esteri del partito.
È il fine settimana dei due Pd: uno alla stazione, uno in piazza. Uno senza bandiere, nel senso che alla Leopolda – come da tradizione - non sventoleranno i vessilli democratici; uno sotto le bandiere di Cgil e Fiom. Due linguaggi, ma anche due stili. Parata di ministri a Firenze. In piazza invece non ci sarà il ministro dell’Agricoltura Martina, della componente Area riformista (gli ex bersaniani, per intenderci). Ci sarà invece “per stringere la mano alla Camusso” la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi. Mentre il capogruppo Roberto Speranza sarà a Matera a salutare i militanti che partono, ma – per rispetto del ruolo di capogruppo – si terrà a distanza di sicurezza da entrambe le manifestazioni. Mondi lontani, se si pensa alle immagini di sabato.Gianni Cuperlo sfilerà con la Cgil dietro lo striscione dell’Unità. Con lui i più agguerriti sulla legge di stabilità e sul jobs act: Stefano FassinaCesare Damiano,Alfredo D’AttorreDavide Zoggia. E Pippo Civati, che qualche anno fa la Leopolda se la inventò insieme a Renzi. Sfileranno insieme vecchi “avversari” di epocali duelli a sinistra. Come Sergio Cofferati e Fausto Bertinotti, che all’Aria che tira ha spiegato le ragioni del suo ritorno a piazza San Giovanni: rottamare il sindacato della Camusso e costruire un fronte sindacale ampio e di lotta guidato da Maurizio Landini.
Già, Landini. I parlamentari di Sinistra e Libertà, presenti in massa, vedono i lui il candidato premier da contrapporre a Renzi nel caso si andasse a elezioni anticipate. Prudente, Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, ha scritto e limato, anzi stralimato il prudente documento con cui Area Riformista sarà alla manifestazione. Non è escluso che lui, diversamente dalla parte “tosta” degli ex ds possa fare un salto alla Leopolda.
E chissà se incrocerà Sergio Marchionne. Gli organizzatori non confermano la sua presenza. Si limitano a mantenere alta la suspense sui nomi ad effetto che la madrina di casa, Maria Elena Boschi, dirà nel corso di una conferenza stampa pomeridiana. Scontati gli imprenditori Farinetti e Cucinelli, certa la presenza del regista Pif, gli altri saranno simboli dell’Italia che ce la fa, ottimista, per nulla catastrofista come la piazza, insomma esempi e cantori della nuova era. La mutazione della Leopolda è anche nei dettagli. Come il ruolo che avrà Maria Elena Boschi, grande protagonista sul palco della kermesse dello scorso anno. Allora astro nascente. Oggi, che è a tutti gli effetti il numero due del governo e astro consolidato, sarà in prima fila e non sul palco. Segnale di forza, lascerà come speaker Silvia Fregolent, parlamentare torinese, Luigi Famiglietti, deputato campano; Edoardo Fanucci, giovanissimo e promettente parlamentare toscano, che si sta affermando come volto televisivo, e Lorenza Bonaccorsi, appena entrata nella segreteria. Ovviamente tutti renziani ortodossi.
Saranno loro a tirare le fila dell’ampia discussione che si svolgerà nei 100 tavoli di discussione di sabato, 50 la mattina, 50 il pomeriggio. Tavoli da dieci, ognuno a tema, ognuno coordinato da un parlamentare, ovviamente dalla classe dirigente della nuova era: da Simona Bonafè a David Ermini, da Emanuele Fiano ad Alessandra Moretti. Elenco lungo. Come lunga è la lista di adesioni arrivata via internet: 10mila. Cifra che, raccontano gli organizzatori, è stata oggetto di una riunione organizzativa della questura, perché – rispetto agli altri anni – l’evento è imponente. Scenografia scelta direttamente dal premier: un garage. Che evoca i primi passi di Steve Jobs. Il quale proprio nella rimessa auto di Santa Clara fondò il colosso mondiale dell’innovazione Apple. Slogan: Il futuro è solo all’inizio. Quello di piazza San Giovanni invece è Lavoro, Dignità, Uguaglianza. Per cambiare l’Italia. A San Giovanni, in piazza, Susanna Camusso prevede un milione di persone. In verità, le cifre dell’organizzazione, stimano l’affluenza a 300mila. 300mila. Come gli euro al momenti spesi per la Leopolda. Il doppio rispetto all’anno scorso, quando non era di governo.
Alessandro De Angelis alessandro.de.angelis@huffingtonpost.it

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