mercoledì 1 agosto 2018

Acquasparta, il dolore di un intero paese

Prima in silenzio, poi commosso e in preghiera ha accolto in piazza la bara bianca, ricoperta di fiori, del suo figlio Roberto. 
Nella sua omelia don Alessandro Fortunati ha lanciato tre messaggi. 
Il primo ai genitori del ragazzo e ai suoi familiari: «Nessuno può comprendere fino in fondo il vostro dolore ma vogliamo esservi vicini, ci proviamo. In un istante tutto è cambiato ma in un istante è esploso un amore immenso, un’unità che significa che non siamo soli. Anche se questa volta Dio tace, lui resta il nostro rifugio».
Poi rivolgendosi ai giovani: «Oggi, nonostante tutto, stiamo celebrando la vita. Tra le cose di Roberto c’era un foglio, un appunto con su scritto ‘beati i puri di cuore, perché vedranno Dio’. Voi avete una grande missione: aiutare i vostri coetanei a cercare il volto di Dio anche quando, come oggi, sembra nascosto ai nostri sguardi».
Infine, con la voce rotta dal pianto, don Alessandro si è rivolto agli adulti in piazza: «La morte di Roberto ci sbatte in faccia i nostri limiti, che sembrano la nostra debolezza ma che sono la nostra forza. Non possiamo più rimandare il bene ad altre occasioni. Da collettività dobbiamo essere comunità in cui ognuno vede nell’altro una persona cara. Oggi è un momento fondativo per la nostra parrocchia, per tutti noi. In questi giorni abbiamo tutti messo da parte ciò che ci divide ed è questa la strada giusta. Perché accade solo oggi e non prima? Chiediamocelo, sapendo però che è questo il tesoro nascosto di cui parla Gesù. Il dolore – ha detto don Alessandro in lacrime – e ci fa scoprire nuovi tesori preziosi».
E dalla piazza è partito un applauso spontaneo.
Tanto amore al termine della cerimonia, un volo di palloncini bianchi e un lungo applauso ha salutato la partenza di Robertino per il suo ultimo viaggio. Tanto dolore sì, ma anche tanto amore. 
Che non si disperda mai.

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