sabato 26 dicembre 2020

Agli amici de La RETE (Retitudine) e agli amici che vorranno leggerlo per un 2021, ancora insieme …

Sta per terminare un anno per tutti noi iniziato con grande dolore e a dir poco complicato, ma nuovo in molti aspetti. Tante certezze sono crollate, tanti dubbi sono nati e tanto da c’è da ricostruire, anzi da costruire nuovamente.

Ci è stato insegnato che non c’è futuro senza memoria del passato, ma che allo stesso tempo si deve sempre rifuggere dall’eterno presente. Abbiamo vissuto le nostre diverse vite così e così, penso sia ancora una volta giusto continuare, anzi ora più che mai.

Ancora una volta dobbiamo essere Rete, continuare a scioglierci, pensare e costruire futuro con la memoria del passato, che ormai è sempre più prossimo che remoto, considerata la velocità dei cambiamenti.

Sembra ieri quando:

- il problema dei cambiamenti climatici e della salvezza del nostro Pianeta era relegato allo schernire una bambina che ci gridava in faccia: “voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma gli state rubando il futuro!”

- grazie alla politica degli slogan, del trovare sempre un nuovo nemico e dell’odio il diritto alla mobilità, le morti dei migranti e in generale i diritti venivano così apostrofate: “Certo, io ne prendo 100 alla volta: tempo di sparare per farli cadere in una buca e me ne date altri 100. In una giornata ne faccio fuori quanti ne sbarcano”

- il pensiero dominante era quello del Papete: “chiedo agli italiani di darmi pieni poteri per fare quello che abbiamo promesso di fare fino in fondo, senza rallentamenti e senza palle al piede”

- i sovranismi minavano le fondamenta dell’Europa che restava inerme, immobile di fronte allo svanire del sogno dei padri fondatori: gli Stati Uniti d’Europa

- la sanità e la scuola erano solo fondi da tagliare, stato sociale da demolire e privatizzazioni da effettuare

- il diritto al lavoro e il diritto alla salute erano messi spesso in contrapposizione come se si potesse scegliere la priorità di un diritto sull’altro …

… e qui mi fermo perché ognuno di noi potrebbe aggiungere un “sembra ieri quando”.

La pandemia ha azzerato tutto e ci ha fatto capire che il Re è nudo (vi ricordate l’elezione di Scalfaro alla Presidenza delle Repubblica ??) che non c’è più tempo di rimandare ciò che era già chiaro.

E’ tempo di contribuire a costruire il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, questa volta insieme a loro.

Buon 2021, Marcello

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